martedì, novembre 28, 2006
LA MIA 77ESIMA IMMERSIONE IN GROTTA
Questa è la traduzione di: "My 77th cave dive" di George Irvine, è un pezzo storico e molto interessante, buona lettura.
George Irvine scrive:
Quando registrai questa immersione nel mio logbook scrissi: “questa potrebbe essere la mia ultima immersione in grotta”.
Era la mia settantasettesima immersione in grotta ed all’incirca la millesima immersione tecnica, ma ero ancora piuttosto intimorito nelle immersioni in grotta.
Fino ad allora ero sempre sopraffatto dalla gioia ogni volta che uscivo vivo da una grotta e condividevo quello dice Robert Palmer nel suo libro Blue Holes Of The Bahamas: dopo ogni immersione in grotta “l’erba sembra sempre più verde ed il cielo più blu”. Quel libro racconta una storia di esplorazioni ed avventura che ben descrive il motivo per cui continuiamo a tornare nelle grotte.
Fino ad allora ero stato solo un subacqueo di supporto secondario del WKPP. Il mio istruttore, che era anche direttore del WKPP, prolungò il periodo del mio addestramento per conseguire il brevetto cave per un anno intero ed io ricevetti da lui il brevetto sull’aereo per il Messico mentre andavamo a fare alcune immersioni in una zona che avevo esplorato con altri subacquei del WKPP.
Lamar English mi prese sotto la sua ala da subito, all’inizio del mio primo corso cave, e proprio lì incontrai JJ. Mi buttai a capofitto in quell’attività con una media di due immersioni in grotta ogni settimana.
Quel giorno avrei dovuto fare la mia prima immersione di supporto di un certo rilievo nel WKPP.
Parker e Bill Gavin dovevano immergersi alla fine di Indian Springs per provare ad estendere l’esplorazione della grotta oltre al punto dove era arrivato Exley e nella direzione che Gavin aveva segnato nella sua ultima immersione.
La zona era stata impraticabile per mesi e solo ora ci si poteva finalmente immergere.
Parker aveva organizzato l’immersione invitando essenzialmente tutti i suoi amici ed aveva riservato a noi immersioni con compiti secondari ma voleva rimettere in moto di nuovo tutto il team.
Lamar English ed io dovevamo posizionare bombole per la deco e fare un giro per segnare alcune direzioni ancora non esplorate. Bill Main ed il suo buddy dovevano posizionare le bombole intermedie e fare lo stesso dietro di noi. Tutti gli altri avevano compiti di supporto di superficie o erano lì semplicemente per fare un’immersione.
Fin dall’inizio le cose andarono in modo strano. Parker sembrava distratto e non sembrava star bene. La maggior parte dei subacquei WKPP con più esperienza non avevano nemmeno indossato la muta: avevano problemi di nausea e non potevano immergersi così gironzolavano li intorno.
Allora io mi offrii di immergermi al posto di Parker. Parker disse: ”Non pensi che sia un pò troppo azzardato [sostituirmi] così proprio adesso?”.
Le sue stages non erano completamente cariche, ed egli aveva uno scooter 3x Tekna (Gavin aveva uno dei suoi Gavin).
Io potevo offrire le mie bombole completamente cariche e uno scooter più potente. Egli rispose: “No, è troppo tardi” poi mi chiese le chiavi della mia macchina.
Avevo il telefono in macchina allora e quando un mese dopo ricevetti la bolletta del telefono vidi che aveva chiamato casa sua.
Era il 17 novembre 1991 – non ho bisogno di guardare il mio logbook per ricordarmi che giorno fosse.
Sua moglie, successivamente, mi raccontò che la chiamò per dirle che l’amava.
Io avevo preparato le miscele sia per Lamar che per me, ma l’avevo fatto basandomi su una profondità sbagliata: noi non sapevamo che la grotta diventasse più profonda di 150.
Scendemmo fino a 110 piedi e fissammo le bombole da deco per Parker e Bill, e poi risalimmo contro corrente.
Bill Main ed il suo buddy entrarono pochi minuti dopo. Dietro di noi, Main si spinse per circa 1200 piedi e poi tornò indietro. Lamar ed io superammo un passaggio a circa 3500 piedi e la profondità superò i 150. Io guardai i miei strumenti quando sentii il bisogno di compensare dopo aver superato il passaggio. Vidi le pinne di Lamar smettere di muoversi nello stesso momento. Stavamo là in assetto e guardavamo il tunnel bianco di fronte a noi. Presi il mio wetnotes cercando di immaginare come dire a Lamar che rispetto alle analisi [del gas] eravamo due punti oltre e che dovevamo tornare indietro– ero sempre io che avevo da dire sulle lunghe immersioni che gli piaceva fare- ma egli si girò verso di me con lo sguardo più spaventato che avessi mai visto e mi prese il wetnotes. Scrisse: “Bubba, siamo un po’ troppo profondi per questa miscela”, io ero tranquillo, ma il suo sguardo mi fece rabbrividire. Adesso avevo paura, senza sapere perché.
Ci girammo e con lo scooter ci dirigemmo verso l’ingresso; incrociammo Bill Gavin e Parker vicino al punto dove erano posizionate le stage. Gavin era veramente uno spettacolo in acqua, così ci fermammo a circa 75 piedi da loro e ci girammo per guardarli fare il gas switch. Gavin era in assetto impeccabile ed eseguiva tutto in maniera perfetta.
Parker si girò e venne con lo scooter a pochi piedi da me, lasciò lo scooter, passò la luce nella mano destra, con la sinistra fece il segno di OK illuminandolo con l’altra mano. Gli risposi con lo stesso segnale. Allora lui tornò indietro dove Gavin stava aspettando con la stage.
Lamar ed io proseguimmo verso l’uscita ma non vedemmo mai Bill Main – doveva essere tornato indietro appena prima che lo raggiungessimo. Arrivati alla T dove le correnti si incrociano, Lamar si fermò e controllò la pressione della bombola rivolgendosi verso la corrente e dandomi il segnale che aveva poco gas. Io controllai il mio manometro e gli risposi con l’OK. Improvvisamente si fermò con lo sguardo di prima, ma stavolta mi mostrò solo il pollice. Adesso ero spaventato di nuovo.
Tornammo indietro con lo scooter verso la stretta apertura di uscita e l’attraversammo.
Mi sentivo molto meglio adesso: eravamo fuori dalla grotta. Controllai le bombole di Parker e di Bill – tutto a posto – ed iniziammo a risalire dirigendoci dove Bill Main ed il suo buddy stavano facendo la deco, sopra di noi.
A 50 piedi il mio computer indicava una deco improbabile, allora lo levai e lo agganciai allo scooter che lo poggiai sul fondo sotto di noi. Erano passati circa 4 minuti da quando avevamo superato il passaggio.
Improvvisamente ogni cosa si mise al peggio. Una forte corrente iniziò ad investirci dall’alto e la grotta fu come investita da una tempesta di sabbia sott’acqua.
Sia Bill Main che io ci dirigemmo istintivamente verso la volta per cercare di recuperare quello che pensavo fosse il mio scooter – entrambi pensavamo fosse stato lo scooter a smuovere la sabbia e spingere l’acqua su di noi dall’alto. Non potevamo vedere che era tranquillamente posato sul fondo. Quello che veramente stava succedendo era che l’acqua usciva violentemente da alcune fenditure sulla volta e dall’entrata della caverna portandosi dietro sabbia e fango. Quello che non sapevamo era che, da qualche parte nel sistema di grotte, un diaframma argilloso si era rotto trasformando la grotta in un violento sifone che aveva abbassato il livello dell’acqua nel bacino di un buon piede e spinto indietro le correnti di acqua dolce verso la sorgente.
La corrente d’acqua spinse sabbia e detriti su per il restringimento all’entrata della grotta ed il movimento improvvisamente si fermò.
Tutta l’acqua torbida e sabbiosa fu risucchiata nella grotta cosicché incredibilmente ci trovammo seduti nell’acqua di nuovo limpida. Scesi verso il mio scooter, ancora non convinto che non fosse il responsabile, solo per trovarlo così come l’avevo lasciato.
Vidi che la deco era sparita dallo schermo – quindi ci vollero 4 minuti perché la grotta si pulisse. Nessuno di noi capì. Nessuno in superficie se ne accorse. Nessuno venne a controllarci.
Questo avrebbe potuto essere un giorno che metteva fine all’allegro e spensierato volontariato del WKPP dei vecchi tempi, se non porre fine all’intero progetto.
Quel giorno, in effetti, tutti tranne quattro di noi abbandonarono il progetto e la maggior parte abbandonò le immersioni in grotta per sempre.
Gradualmente la caverna iniziò ad intorbidirsi di nuovo. Lamar ed io ci sentimmo a disagio, ma ancora non sapevamo perché. Bill Main ed il suo buddy erano già usciti da parecchio. Eravamo a 20 piedi.
Decisi di andare a cercare Parker e Bill, così mi immersi di nuovo giù a 110 piedi.
Tutto sembrava lo stesso, ma non andai lontano abbastanza da vedere il restringimento che non era lontano da li. Le bombole erano nello stesso posto dove le avevo lasciate, attaccate alla linea guida, nessuno le aveva toccate. Iniziai a considerare la lunghezza dell’immersione in relazione alla scorta di gas, ma questo, ragazzi, era il senno di poi.
Tornai verso Lamar e non vidi i subacquei di supporto venire verso di me nella grotta intorbidita, ma immaginai che fossero li, nascosti dalla sospensione.
Quello che stava realmente accadendo era che la caverna aveva nuovamente aperto l’occlusione e la nube di sospensione all’interno stava fluendo all’esterno.
Lamar ed io emergemmo. Ora Lamar era con me in superficie ma aveva ancora lo stesso sguardo. Nessuno poteva sentirci.
Mi chiese se avevo visto Parker e Bill quando ero tornato indietro. Risposi di no e che le loro bombole erano ancora li. Rimase li a galleggiare pensando. Poi i subacquei di supporto ci portarono alla molo.
Steve Irving chiese se tutto era ok. Uno dei subacquei di supporto disse di si.
Steve disse: “Li avete visti entrambi? Dove sono?”
Uno rispose: “Io ho visto Bill”, l’altro rispose: “Io ho visto Parker: mi ha fatto un cenno.”
L’altro disse: “Quello non era Parker, ero io”.
Lamar venne molto vicino a me e sussurrò: “ Bubba, qualcosa è andato storto: vado a vedere”.
Si immerse e riapparve due minuti dopo e mi sussurrò ancora: “Parker ha problemi, ho trovato le sue bombole sulla line con la sua luce accesa, ma lui e Bill non sono li.”
Sgonfiai il mio CA e mi immersi guidando lo scooter verso la caverna scura a 110 piedi.
Oltrepassai una bombola intermedia fissata alla guida e poi vidi una bombola da fondo ancora clippata alla line.
Fissai li il mio spool e gonfiai il CA andando verso la volta. Continuai a cercare di ricordare com’era la grotta, ma non l’avevo mai realmente guardata ed esaminata bene.
Ero meravigliato dalla sua estensione. Iniziai a nuotare nell’acqua senza visibilità, a tastoni sulla volta della grotta.
Mi scontrai con Gavin. Non lo riconobbi all’inizio, e stavo cercando di capire se era vivo. Non si muoveva ma potevo sentirlo respirare. Cercai il suo manometro, lo presi e lo avvicinai alla mia maschera: segnava zero. Presi il manometro della stage e vidi che aveva gas. Stava respirando dalla sua bombola stage di superficie. Aveva usato la sua bombola di profondità e l’aveva apparentemente abbandonata ed era ancora sulla volta, lontano dalla line, in mezzo al torbido con la seconda bombola.
Mi passò una piccola lavagna. Non riuscii a leggerla. L’avvicinai alla mia maschera in silicone trasparente e l’illuminai attraverso di essa. Lessi: “Parker è morto”.
Mi sembrò che il cuore si fermasse. Continuai a tenere la lavagnetta contro la maschera. Mi ripresi – dovevo dare gas a Gavin.
Gli chiesi se sapeva dove fosse il suo ossigeno. Rispose di si. Non gli credetti: non sembrava gli importasse.
Mi resi conto che non era in buone condizioni. Non riuscivo a farlo muovere ed allora lo legai con il mio reel e lo tirai fuori verso la superficie, all’uscita, e lo legai ad un palo.
Sul molo tutti smisero di fare quello che stavano facendo e guardarono giù, verso di me. Forzai me stesso a parlare e dissi:”Parker è morto”; fu dura pronunciare quelle parole. Bill Main cominciò ad indietreggiare. Disse: “Non doveva succedere”.
Io dissi, “Bill, tu devi andare giù e recuperare Gavin – non si muove – l’ho legato. Segui la line e portalo fuori”. Lamar andò giù lungo la mia line e Bill indossò le sue bombole in pochi secondi.
Seguirono la line fino a Gavin, lo portarono fuori e stettero lì con lui per quasi quattro ore.
Non chiesi mai cosa successe, ma non dovevo e non volevo saperlo. Bill Gavin era davvero sconvolto.
Quando vidi che Bill Main e Lamar erano intervenuti, tornai indietro lungo la line principale, mi ci legai e iniziai a nuotare ancora. La percorsi per nove volte, con le stages e backgas, finchè non esaurii tutte le scorte.
Non riuscii a trovare Parker. Mi dimenticai anche la decompressione ed uscii solo una volta che il gas fu esaurito. Stavo male.
La polizia era li e sembrava come se altre 100 persone galleggiassero li intorno. Ricordo di aver visto Tara Tanaka e un mucchio di altri cave divers, come apparsi per un magico richiamo.
Tutti continuavano a chiedermi se poteva essere in una sacca d’aria nella volta ed io iniziai a dir loro che la grotta era completamente sommersa.
Mi sentii male nel dir loro quelle cose; andai alla mia macchina e chiamai Alton. Alton voleva bene a Parker, così come gli volevo bene io.
Bill Main e Sherwood Schive presero la macchina e andarono a dirlo a Penny Parker; era il genere di cosa che non vorresti mai dover fare e loro erano gli unici di noi che potevano farlo quel giorno. Informammo la polizia che avevamo bisogno di andare a ricaricare le nostre bombole per tornare indietro e cercare Parker.
Tornammo tutti a casa di Steve Irving, dov’era il compressore.
Bill Gavin parcheggiò il suo van li fuori, e stette lì tutta la notte; Carlyanne Johnson rimase con lui.
Tornammo indietro la mattina dopo e Gavin spiegò il suo piano per ripulire l’ostruzione e portare fuori Parker.
Allora arrivò la polizia e ci disse che l’avevano già fatto loro alle 6 a.m.. Era stato Parker ad addestrarli all’immersione in grotta ed al recupero delle vittime: non volevano lasciarlo li.
Gavin e gli altri poi si prepararono ad andare e recuperare tutta l’attrezzatura lasciata oltre l’ostruzione.
Non volli tornare in acqua per l’attrezzatura, neanche con la nuova torcia che Gavin mi aveva dato.
Salii in macchina e partii per Fort Lauderdale. Piansi per tutta la strada fino a Perry, e non so neanche se fosse per Parker o perché un semplice ritardo di quattro minuti avrebbe significato la morte di tutti noi.
Più tardi Gavin mi disse che lui e Parker avevano raggiunto il punto dove doveva essere la restrizione e la line era semplicemente scomparsa sotto la sabbia e così il tunnel principale si era totalmente oscurato. Lo scooter di Parker si era rotto e Bill lo stava trainando. Aveva detto a Parker di aspettare mentre lui con lo scooter sarebbe tornato indietro verso la T dove le correnti si incrociano per vedere se per caso avessero sbagliato strada.
Pensa cosa stava passando per la mente di un veterano con 18 anni di esperienza nel cave diving, in un posto che conosceva come la propria casa.
Egli tornò verso la restrizione. Per 45 minuti cercarono una via d’uscita, legando i loro spool dove la line era sotterrata e cercando di andare avanti. Gavin mi disse che erano prossimi a rimanere senza gas e che sapeva che stavano per morire.
Disse che non voleva vedere Parker morire, così si spostò per morire da solo. In quel momento sentì l’acqua fluire e la seguì. Parker si era tolto le bombole e le stava lasciando dietro di lui. Gavin invece tenne su le sue. Entrambi raggiunsero l’ingresso quando questo si aprì con meno di 100 psi [7,6 bar] nelle loro bombole. Senza il peso delle sue bombole, Parker fece più fatica per stare giù ed usò tutto il residuo di gas esaurendolo.
La volta dall’altra parte della restrizione era a meno di 30 piedi oltre ma lui non riuscì a raggiungerla.
Gavin percorse quei pochi piedi con le sue bombole e prese la bombola da deco proprio quando stava finendo il gas delle sue.
Gavin mi disse che sapere che stai per morire è la peggior sensazione che si possa provare. Disse che non lo avrebbe mai più voluto provare.
Tutte le nostre peggiori paure del cave diving si palesarono.
Chiamai Jarrod. Lui mi disse: “Devi tornare in acqua”.
Io non volevo nemmeno farmi più una doccia, figuriamoci tornare ad immergermi in grotta.
Passarono poche settimane e Jarrod mi disse di venire ad High Springs e che lui si sarebbe immerso con me.
Chiamai Lamar e gli chiesi di incontrarci da Ginnie.
Eravamo entrambi strani, ma JJ rimase molto calmo con noi. JJ mi disse: “Faremo un’immersione facile, devi tornare in acqua.”
Ci vestimmo e lì Lamar si fermò: “ Io non posso immergermi adesso”, così JJ mi ripeté: “devi tornare in acqua”, così io andai.
Iniziò veramente piano e con calma, premuroso come sempre, senza stress.
La grotta era limpida e bella. Era notte, e non c’era nessuno. Lasciammo le stage all’Hinkle e ci immergemmo tutto intorno nella parte posteriore della grotta, in ogni angolo strano e bizzarro conosciuto da JJ. Uscimmo circa 90 minuti dopo e fu una delle migliori immersioni in grotta che io abbia mai fatto.
Fu JJ a riportarmi in acqua.
Un paio di mesi dopo chiamai Bill Gavin e lo convinsi a venire in Messico con me.
Parker gli aveva detto che bisognava che vedesse le cose che lui aveva visto, così ci prendemmo un paio di settimane e facemmo un bel giro. Alla fine del viaggio Gavin tornò come prima e parlò di trasferirsi in Messico, ma quell’esperienza non la dimenticò mai.
Nel film fatto dalla NHK [Nippon Hōsō Kyōkai: una televisione giapponese] sul WKPP, Gavin in un’intervista dice:” Non passa un giorno senza che io pensi a Parker”.
Articolo originale: GEORGE IRVINE
SPECIAL THANK'S TRADUZIONE: PESCEFUORDACQUA
Foto courtesy: Anthony Rue/GUE
DIR FORUM: MAREORIZZONTALE
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento